Viaggio in Cina - novembre 2011 (sig.ra Giuliana B.)

Viaggio in Cina - novembre 2011 (sig.ra Giuliana B.)

Autore: Sig.ra Giuliana B.

Destinazione: Viaggio in Cina: Pechino e Chengde

Periodo di viaggio: 24 novembre - 01 dicembre 2011

La Cina: una proposta di viaggio che avevi accettato d'impulso, senza riflettere e senza avere il tempo di prepararti.

Un Paese per te, in fondo, sconosciuto, di cui non avevi (e certo continui a non avere) molte nozioni..... eppure, in pochi giorni, questa terra ti entra dentro.

È nel momento del distacco, l'ultimo giorno, quando ci si prepara alla partenza - mentre i tuoi compagni d'avventura continuano a scherzare e a sorriderti, a rinnovare le promesse consuete di non perdersi di vista - che tu avverti, dalla sottile malinconia che ti pervade, che questo viaggio ti ha impercettibilmente cambiata.

Capisci che il tuo mondo è una piccola cosa, che il futuro in realtà è qui.

La Cina raggiungerà presto 1 miliardo e mezzo di abitanti, Pechino di abitanti ne ha ufficialmente 18 milioni, più altri 2/3 milioni non ancora registrati, per lo più persone che dalle periferie vengono nella grande città a cercare fortuna.

Le dimensioni della capitale sono qualcosa di inconcepibile per noi europei: una direttrice est-ovest di 273 chilometri, 265 invece i chilometri da nord a sud; il Corso principale di centro città misura Km 48, superiore alla distanza media che, in Italia, divide due città di Provincia.

Città dalle grandi contraddizioni, come tutte le metropoli: una selva di grattaceli, dalle forme più ardite e varie, gru enormi per nuovi edifici in costruzione, traffico impazzito a tutte le ore, auto di grossa cilindrata, condotte da autisti per lo più incuranti delle regole della circolazione, ma anche mezzi di trasporto ancora rudimentali, il figlio o il nonno trasportati nel carrettino attaccato posteriormente alla bici o al motorino.

Vedi segni di ricchezza, assieme agli stracci di una perdurante povertà, ma non avverti neppure nei miseri, la disperazione tipica delle nostre civiltà decadenti, bensì la tenacia, la forza di quelle emergenti.

Efficienza manageriale e pazienza allenata da secoli.....

Hai coscienza, mentre ti trovi schiacciato dalla ressa in metropolitana o sfiorato dalle auto nell'attraversare una strada, che la tua vita valga in fondo ben poco, nient'altro che un numero, eppure noti un grande rispetto per gli anziani.

La famiglia, mi dice Antonfranco, direttore commerciale della Columbia e nostro accompagnatore d'eccezione in questo tour, si prende cura dei propri anziani e non li abbandona nei momenti di difficoltà.

'Noi siamo - dicono - 'nani' che possono vedere lontano, solo perché si trovano sulle spalle dei propri avi, di coloro che sono venuti prima di noi'.

La Cina è, per quel poco che ci è dato di capire in un brevissimo viaggio, un percorso tra tradizione e modernità, tra le vestigia di una civiltà millenaria e la voglia d'agguantare la vita delle giovani generazioni.

Qualcosa di simile alla spinta al miglioramento individuale e sociale, alla fiducia nel progresso che caratterizzava - con le dovute distinzioni- i nostri anni sessanta.

Vi è, nel contempo, un legame con credenze antiche, legate all'animismo e al rispetto di regole di geomanzia, per esempio, nella costruzione degli edifici, bollate spesso dagli occidentali come superstizioni, senza comprendere che la conoscenza di una cultura diversa esige innanzitutto rispetto.

Il viaggio è sempre un'esperienza unica, che ognuno vive a modo suo: si accavallano nella mente la visita alla Città Proibita di Pechino, con i Templi dai tetti dorati, la perfetta simmetria delle costruzioni, l'importanza della numerologia e dei simboli degli animali mitologici, la visione della vastissima Piazza Tian An Men, che suscita particolari ricordi in noi occidentali, la stupefacente costruzione del Tempio del Cielo.

Indimenticabile la visita della Grande Muraglia e al comprensorio delle Montagne imperiali, suggestiva a Chengde la visita all'insieme degli otto monasteri esterni, con il 'piccolo Potala', la cui costruzione nel 1767, si ispirò al più celebre Potala di Lhasa, il monastero-fortezza, residenza tibetana del Dalai Lama.

Il viaggio è in fondo un'esperienza dello spirito, un cammino entro se stessi, un gioco di sguardi con la gente del luogo, che supera le difficoltà di comunicazione, una sintonia inaspettata con i propri compagni di percorso.

Per me un'esperienza, in un certo senso, sconvolgente: mi ha fatto comprendere come davvero la sorte di tutti gli abitanti della Terra sia legata gli uni agli altri.

Non ci sarà futuro per noi europei se non riusciremo ad adeguarci al tumultuoso cambiamento che avviene in questa parte del mondo.

Non ci sarà progresso, ma solo regresso per tutti, se non riusciremo a regolare la trasformazione.

Il nostro vecchio mondo verrà spazzato via se la politica e l'economia, la salvaguardia dell'ambiente, non troveranno nuove regole per un'epoca nuova.